Tutti ci ricordiamo di aver abbracciato e coccolato un pelouche ad un certo momento della nostra infanzia: alcuni di noi hanno fatto in tempo a stringere tra le mani gli orsacchiotti che avevamo appesi alla culla, oppure qualche regalo di battesimo. Anche da adulti, i morbidi compagni di stoffa avuti in dono da bambini si reinventano come elementi d’arredo pronti a ispirare tenerezza, ad offrire conforto in una giornata no, a farsi accarezzare o strapazzare in un attimo di sconforto.
Se pensiamo a quante esigenze soddisfi un oggetto tanto semplice ci sorprendiamo a contare un elenco infinito di pregi e lati positivi legati al suo possesso: andiamo dunque a vederne qualcuno, adottando il punto di vista del neonato.
Conoscere se stessi è la prima impresa dell’infante. Il bambino, una volta venuto al mondo, deve capire come muoversi, come comprendere il proprio corpo sin dalle sue funzioni di base, il tutto mentre la realtà circostante continua il suo fluire. Un oggetto elementare, gradevole al tatto, innocuo al gusto e resistente ai primi esperimenti con dita e gengive aiuta a portare avanti il primo approccio verso una piccolissima porzione di realtà: un pelouche di dimensioni ridotte che ha anche l’odore della mamma viene infatti associato ad una condizione di sicurezza, protezione e calma.
Il dou dou potrà essere il primo oggetto del mondo con cui dialogare tramite i cinque sensi, per il neonato, nonché una dolcissima memoria per l’adulto che lo terrà tra le mani una volta cresciuto.
Le fasi del sonno hanno anch’esse la loro intrinseca complessità: dormire può sembrare un’azione banale, ma per un bimbo ancora in fasce è l’ennesimo territorio inesplorato a cui abituarsi.
Il genitore apprensivo e premuroso vorrà vegliare ogni ora di sonno del proprio bambino, ma un’attenzione costante rischia di essere una non-soluzione, un’attività provante che in parte potrebbe essere delegata ad un oggetto d’aiuto in questo senso. Stringere un dou dou permette al bimbo di scaricare le emozioni negative, di sentire accanto a sé una presenza amica e di mettersi nelle condizioni di riposare, anche in presenza di una fonte di stress come un contesto affollato o una malattia: ecco dunque che, di nuovo, un piccolo pelouche si rivela fondamentale da tener con sé.
Nella crescita, il bimbo manifesterà necessità diverse da quelle sopra elencate, più strutturate e dipendenti dalla sua relazione con l’ambiente. Per soddisfarle, avrà bisogno di dare sfogo alla propria creatività, modificando ciò che lo circonda con la propria fantasia: così, il dou dou potrà avere una voce, volare, reinventarsi come gioco e come protagonista di una storia, anche con l’aiuto dell’input esterno dato da un educatore.
Gli usi che ha sono veramente moltissimi: tocca a voi individuarli tutti :)